Centro Studi Lazzaro Spallanzani Promuovere Sollecitare Divulgare la Scienza


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Nasce a Scandiano il 12 gennaio 1729 da Lucia Zigliani e G. Nicola, giureconsulto; primogenito di una numerosa famiglia: due fratelli e sei sorelle. E' avviato agli studi letterali dal padre e da don Ippolito Morsiani che, già allora, si firmava "maestro di un così illustre allievo".

Nel 1737, a otto anni, veste l'abito clericale e nel 1741, a dodici, è ammesso all'esame per la prima tonsura.
Nel 1744, a quindici anni, è inviato a Reggio Emilia presso il Collegio retto dai Gesuiti per studiarvi retorica e filosofia, usufruendo di un sussidio concessogli dalla Fondazione Vallisneri di Scandiano.
Sollecitato dal padre ad intraprendere lo studio della giurisprudenza, nonostante la sua innata inclinazione allo studio della natura, nel 1749-1750 si iscrive alla facoltà di Diritto presso l'Università di Bologna, aiutato dal Vescovo di Reggio Emilia Giovanni Maria Castelvetri. Coltiva inoltre le belle lettere e approfondisce la conoscenza del greco e del francese.
In una lettera del 1752 al Vescovo, Spallanzani afferma la sua intenzione di proseguire lo studio delle leggi, accennando però di avere intrapreso «Scientifici eserecizi» sotto la guida di valenti maestri. Notevole influenza hanno nello indirizzare il giovane, già propenso, verso gli studi scientifici, Laura Bassi, scandianese e cugina acquisita, professoressa a Bologna di Fisica universale e il marito di lei Giuseppe Verati, professore di Fisica particolare e Anatomia.
Con l'appoggio della Bassi e di A. Vallisneri jr., professore all'Università di Padova di Storia naturale e figlio del più famoso A. Vallisneri, di famiglia scandianese, riesce a vincere la resistenza paterna e abbandona gli studi legali per dedicarsi a quelli naturalistici. Terminati gli studi rientra a Reggio Emilia,dove nel 1754-55 cerca una sistemazione che gli permetta di aiutare economicamente la famiglia. Nel 1755, appoggiato dal Vescovo, ottiene l'insegnamento di lingua greca presso il Collegio del Seminario; nello stesso anno è iscritto all'Accademia reggiana degli Ipocondriaci, dove presenta dapprima componimenti poetici, in seguito alcune comunicazioni di carattere scientifico tra cui Dissertazione sopra i corpi marino-montani.

Nel 1757 ha l'incarico per le lezioni di Fisica e Matematica all'Università Reggiana (istituita da Francesco III d'Este nel 1752), incarico che mantiene fino all'anno accademico 1762-1763. Porta alla laurea parecchi allievi, a cui prepara le tesi - Propositiones physico-mathematicae - conservate tuttora presso la Biblioteca Municipale di Reggio Emilia.
Nel 1760 pubblica un'operetta Riflessioni intorno alla traduzione dell'Iliade del Salvini (1653-1729, Gesuita) in cui dà prova di profonda conoscenza della lingua greca.
Nell'estate del 1761 fa una escursione sull'Appennino spingendosi fino al Lago del Ventasso e nel 1762 pubblica "Lettere due - Sopra un viaggio nell'Appennino reggiano e al lago del Ventasso" dirette a A. Vallisneri jr. in omaggio e a conferma delle teorie espresse dal padre di quest'ultimo sull'origine delle fontane.
Inizia le ricerche sugli "animaletti infusori" nel 1762 per confutare la teoria della generazione spontanea. Questi studi sperimentali danno l'avvio alla sua carriera scientifica. Nel 1763 con speciale dispensa papale, lascia gli ordini minori e in cinque giorni viene ordinato sacerdote; ciò gli permette di poter ottenere la cattedra di Greco e Matematica presso il Collegio S. Carlo e di Filosofia (Logica, Fisica, Metafisica) all’Università di Modena.
Nel periodo modenese la sua intensa attività si concretizza nella pubblicazione, anno 1765, delle Dissertazioni due: De lapidibus ab aqua resilientibus; Saggio di osservazioni microscopiche
concernenti il sistema della generazione de' signori di Needham e Buffon, famoso quest'ultimo scritto in quanto determina la fine della radicata teoria della generazione spontanea negli infusori e consacra l'autore naturalista di fama internazionale. Inizia la relazione epistolare con Charles Bonnet.
Nel 1766 verifica la riproduzione della testa delle lumache. Nel 1767 osserva al microscopio i globuli bianchi nel sangue.
Nel 1768 esce, dedicato a Nollet: Prodromo di un'opera da imprimersi sopra le riproduzioni animali, che tratta della riproduzione di parti amputate in vari animali; Memorie sopra i muli di vari Autori che raccoglie osservazioni sulla fisiologia della generazione; Dell'azione del cuore ne' vasi sanguigni importante, fra l'altro, perché l'Autore dà notizia per la prima volta della presenza dei globuli bianchi. In questo anno è ascritto all'Istituto e Accademia di Bologna e alla Royal Society di Londra, grande riconoscimento del suo valore di scienziato. Nel 1769 per interessamento del Conte Carlo di Firmian, governatore della Lombardia, lascia Modena per ricoprire la cattedra di storia naturale a Pavia, nell'Università ristrutturata da Maria Teresa. La prolusione ai suoi corsi pavesi, pubblicata nel 1770, è una risposta alle critiche mosse dal Needham al suo Saggio. Nel 1769 -1770 escono i due volumi della sua traduzione dal francese Contemplazione della Natura di Bonnet, che in seguito verrà adottato come libro di testo per i suoi studenti.
L'attività di ricerca è intensissima: nel 1771 inizia gli studi sulla generazione e sugli spermatozoi e continua le ricerche sperimentali sugli infusori.

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Si reca nel 1772 in viaggio a Como e sulle montagne circostanti, dove raccoglie materiale per il Museo di Storia naturale di Pavia di cui è Prefetto.
Pubblica nel 1773 De' fenomeni della circolazione osservata nel giro universale dè vasi che completa le ricerche di carattere fisiologico sulla circolazione del sangue iniziate con Dell'azione del cuore .... .
Viene dimostrata l'esistenza dei capillari negli animali a sangue caldo.

Per eseguire "esperienze fisiologico-elettriche" si fa costruire nel 1774 una macchina elettrica.
Nel 1775 viene inaugurato ufficialmente il Museo di Storia naturale dell'Università di Pavia, che già dirigeva da qualche anno.
Un nuovo scritto vede la luce nel 1776: Opuscoli di fisica animale, e vegetabile, che contiene ulteriori esperienze sugli animalucci infusori e sui vermicelli spermatici, osservazioni morfologiche sulle muffe, studi sui vegetali e animali chiusi nell'aria. Inizia la relazione epistolare con Jean Senebier.
Nel 1777 realizza il primo esperimento di digestione artificiale negli uccelli e di inseminazione artificiale negli anfibi.
Un anno dopo, nel 1778, sperimenta la digestione artificiale con succo gastrico umano, prelevato dal suo stesso stomaco.
Compie nel 1779 un viaggio di studio in Svizzera dove è ospite del Bonnet. Visita le Università e varie collezioni di storia naturale di numerosi studiosi che gli offrono preziosi minerali per il Museo
di Pavia. Una ulteriore pubblicazione esce nel 1780: Dissertazioni di fisica animale e vegetabile comprendente Osservazioni sulla digestione in cui, proseguendo la strada aperta da Réaumur, afferma che la digestione è opera dei succhi gastrici; Della generazione di alcuni animali anfibi; Dissertazione sopra la fecondazione artificiale di alcuni animali che rende anche ora immensi servigi in zootecnia; Della generazione di diverse piante.
In questo stesso anno fa un breve viaggio a Genova e sulla Riviera di Levante interessandosi della fauna del mare, poiché era sua intenzione scrivere un saggio di biologia marina, che non vide mai la luce.
Nell'estate del 1781 si reca a Marsiglia e nel golfo di Genova per continuare gli studi sulla fauna marina. Ritorna con molto materiale per il Museo di Pavia.
L'agosto del 1782 lo vede sull'Adriatico dove a Chioggia studia il fenomeno elettrico della torpèdine; raccoglie numerosi campioni di pesci e fa osservazioni sui dattili.

Nel 1783 si reca a Portovenere, alle Alpi Apuane e in Garfagnana; fa interessanti osservazioni geologiche e mineralogiche; inoltre fonda a Portovenere quello che può essere definito il primo laboratorio di biologia marina.
Ritorna a Chioggia durante le vacanze del 1784 per continuare gli studi sulla fauna marina, particolarmente sulle spugne in relazione alle quali fa notevoli scoperte. Prima di rientrare a Pavia si reca, per una breve escursione, alla Salsa e ai pozzi di petrolio di Montegibbio nel modenese dove compie una serie di osservazioni geo-fisiche e chimiche.
Nelle vacanze pasquali del 1785 è a Genova e nella Riviera ligure. Terminate le lezioni alla Università nell'agosto del 1785 parte via mare da Venezia per Costantinopoli. Compie studi sulla flora e sulla fauna delle località visitate, fa osservazioni meteorologiche, si interessa ai costumi e alla vita di quelle popolazioni. Il ritorno avviene via terra e ciò gli consente di visitare e raccogliere casse di minerali in alcune miniere della Transilvania, nelle saline di Saltzbourg, nei giacimenti auriferi e argentiferi di Zalatina, nei monti metalliferi della regione carpatica. Al suo arrivo a Vienna nel dicembre 1786 apprende di essere stato accusato da alcuni colleghi per sottrazione di materiale dal Museo di Pavia a favore della sua raccolta privata di Scandiano. Il processo che segue porta al riconosci mento della sua completa innocenza. Il viaggio alle Due Sicilie, iniziato nel luglio 1788, si protrae fino al dicembre ed è ricco di osservazioni e studi sui fenomeni vulcanici del Vesuvio, dell'Etna, delle isole Eolie; inoltre importanti risultano le ricerche geologiche, mineralogiche e di biologia marina. Una sosta ad Orbetello nel ritorno gli permette osservazioni notevoli sulle anguille di quella laguna.
Sono del 1789 le escursioni sull'Appennino Modenese e sui colli Euganei e di nuovo sull'Appennino nell'anno seguente, sempre in relazione a studi sui fenomeni delle salse(v. Salsa di Querciola nel reggiano). Nel 1791 prende posizione contro la rabdomanzia.
Continua gli studi sulle anguille nel 1792.
Nello stesso anno inizia la pubblicazione dei Viaggi alle Due Sicilie e in alcune parti dell'Appennino; nel sesto volume, del 1797, come appendice, si trovano alcuni saggi zoologici sulle rondini e sulle anguille. Egli riconobbe che le anguille sono ovipare e la loro fecondazione avviene nel mare e non nelle paludi.
Dopo una serie di brillanti esperienze, nel 1794 pubblica, tra l'altro, Lettera sopra il sospetto di un nuovo senso nei pipistrelli; in seguito confermerà l'importanza dell'udito nel volo dei pipistrelli d'accordo con Jurine.
Ritorna sull'Appennino modenese a Fanano e Barigazzo nel 1795, dove compie numerose misure eudiometriche.
Chiusa l'Università nella primavera del 1796 a causa degli sconvolgimenti provocati dalla Rivoluzione francese, viene a Scandiano; ma nell'autunno, alla riapertura dei corsi, è di nuovo a Pavia.
Pubblica il Chimico Esame nello stesso anno. Rifiuta l'offerta del Direttorio di una cattedra a Parigi a causa dell'età ormai avanzata e per non
allontanarsi dalla famiglia e dall'Italia.
Muore l'11 febbraio 1799.
Uscirà a Ginevra nel 1803 la traduzione francese curata da Senebier dell'opera postuma sulla respirazione, seguita dopo pochi mesi dall'edizione italiana Memorie sulla respirazione. Spallanzani infatti negli ultimi anni si era dedicato a studi in questo campo. Aveva ampliato le ricerche a tutta la scala zoologica, dimostrando la partecipazione di tutti i tessuti e non solo dei polmoni a questa funzione vitale.
Nel 1807 Senebier pubblica in francese altri manoscritti spallanzaniani sulla respirazione.


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Bibliografia